Beppe Grillo e la trappola leninista

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Beppe Grillo

Tra le migliaia di commenti che sono arrivati ai miei articoli uno in particolare è perfetto per spiegare il pensiero di una parte consistente dei simpatizzanti del M5S e di Grillo. È di una persona forse non troppo soddisfatta di sé ma estremamente tenera che si firma Coso Brutto e scrive:

“Prima l'appello del ‘facciamolo’.
 Poi gli ultimi richiami ‘state perdendo una grande occasione... il paese muore... bisogna fare in fretta’.
Abbiamo capito, volete comprarci con qualche perlina per poi poter dire che anche noi siamo uguali a tutti gli altri e ugualmente colpevoli. Meglio perdere qualche voto di chi crede a queste favolette e si fa abbindolare, piuttosto di mischiarci con ladri, traditori della repubblica e menzogneri.”

Caro Coso Brutto,
la questione è che tu ti aspetti di avere per l’M5S, alle prossime elezioni, il 50% dei voti + 1. Ed è questa l’idea che Grillo evoca quando dice: prenderemo il 100% dei voti. Ovviamente è un’iperbole, lo sa anche lui.
La questione è quindi: il M5S potrebbe prendere più del 50% dei voti e quindi, avendo la maggioranza schiacciante in parlamento, governare e regalarci finalmente un’Italia riformata, giusta, ecologica ed efficiente?

Questo è il problema. Il popolo italiano è pieno di gente strana, analfabeti di ritorno, collusi, gente che trae il suo piccolo vantaggio dal sistema marcio... E gente completamente incapace di capire chi sono i ladri. Non c'è modo di uscirne, almeno in tempi brevi... Neppure se il M5S fosse l’organizzazione più perfetta e potente del mondo. Si tratta di un limite fisiologico dato dall’attuale reale situazione sociale e culturale. Per cambiare l’Italia dobbiamo cambiare la testa agli italiani, ma per farlo ci vuole tempo. Non ci sono scorciatoie. Per questo io sono favorevole ad accordi con il PD. La politica è lo specchio del Paese. Lo specchio dei reali rapporti di forza tra gruppi sociali, interessi e modi di pensare. Una trattativa, viste le forze del M5S e le spinte verso il rinnovamento provenienti dalla base del PD, potrebbe portare oggi non a un governo e a un programma perfetti, ma almeno all’inizio di una vera stagione di riforme. Se si riuscisse a realizzare almeno gli 8 punti di Bersani otterremmo già un risultato eccellente… Sono 50 anni che parlano di riforme e poi non fanno niente.
Aspettando che il livello culturale ed etico migliori dobbiamo impedire la macelleria sociale che provocherebbe un peggioramento delle condizioni morali, etiche e culturali...
Questa idea che si possa sconfiggere totalmente, con un trionfo elettorale, una classe politica e una tipologia umana, ben radicata e numerosa, è errata. La corruzione dei politici non è la causa della stupidità e disonestà degli italiani. Sono un gran numero di italiani ignoranti o collusi che determinano i risultati elettorali e la pessima qualità dei governanti.
Il contrario non può funzionare e non ha mai funzionato. Già ci han provato Lenin e Mao. Un popolo con una cultura da schiavo genera sempre e comunque un potere schiavista, le buone intenzioni sono a zero! La realtà è determinata dalla qualità dei singoli non dalla grandiosità dei leader.

Si tratta di una questione filosofica e pratica essenziale che da più di un secolo spacca il movimento progressista. Un interrogativo che rasenta la profondità assoluta del mistico “È nato prima l’uovo o la gallina?”

Quando avevo 17 anni entrai nel Gruppo Gramsci, una formazione extraparlamentare microscopica, eravamo qualche centinaio in tutta Italia. Avevamo pure un servizio d’ordine patetico che arrivava sempre in ritardo ai cortei… Terribile!
Però nel nostro esecutivo nazionale c’erano un filosofo, un economista, un operaio, una donna e un omosessuale. Ed eravamo l’unico gruppo comunista che parlava d’amore e musica rock. Inoltre ci facevano una scuola quadri eccellente. Ho imparato molto più lì che a scuola. Le lezioni di Romano Madera e Nanni Arrighi (grande economista riconosciuto a livello internazionale) erano affascinanti perché proponevano una visione del mondo completamente nuova.
La prima lezione di Madera aveva come tema la rivoluzione russa.
Madera iniziò chiedendo perché la rivoluzione russa fosse fallita.
La mia idea allora era quella che andava per la maggiore nel movimento comunista: Lenin era morto troppo presto, e Stalin, che era un criminale, aveva fatto un colpo di stato, ammazzato decine di migliaia di veri rivoluzionari comunisti e instaurato una dittatura fascista sanguinaria truccata da comunista.
Madera mi costrinse con la sua logica a rovesciare il mio punto di vista.
Marx aveva ben spiegato che è il modo di vivere che determina il modo di pensare. Le idee nascono dalle azioni che compiamo.
Marx era convinto che gli operai, che lavoravano in migliaia nelle immense fabbriche, fossero portati, a causa della loro concentrazione numerica e del tipo di lavoro, sostanzialmente collettivo, a sviluppare una mente diversa, a capire la possibilità di collaborare, a comprendere che così come potevano gestire la fabbrica senza i padroni potevano gestire lo Stato direttamente.
Questa coscienza figlia dell’organizzazione del lavoro e della vita degli operai avrebbe quindi determinato la coscienza di classe.
Contemporaneamente lo sviluppo capitalista, in virtù delle leggi economiche che lo governavano, avrebbe portato a uno stato endemico di crisi nel quale alla fine il capitalismo speculativo sarebbe diventato un ostacolo alla produzione capitalista. Il capitalismo, cioè, avrebbe cessato di essere capace di portare sviluppo e ricchezza. Quindi sarebbe divenuto obsoleto e a quel punto (solo a quel punto) i lavoratori sarebbero stati costretti, per necessità, a prendere in mano la situazione e creare una società socialista, basata sulla cooperazione.

Corollario di questa idea, che è il fondamento della teoria di Marx e Engels, era il fatto che Lenin era un pirla.
Se fosse stato un marxista non avrebbe mai cercato di creare una società socialista in una nazione che aveva ancora una struttura economica contadina, con un numero irrilevante di operai.
Avrebbe dovuto al contrario guidare la transizione dalla Russia semi feudale a un capitalismo dal volto umano, alleandosi con la borghesia nazionale e limitandosi a garantire un livello decente di equità sociale.
Solo quando il capitalismo avesse esaurito la sua funzione di forza di propulsione dello sviluppo, avrebbe potuto iniziare la transizione verso il socialismo.
Invece Lenin aveva perso la testa: a causa di un colpo di culo spaventoso (dal punto di vista della probabilità storica) un piccolo gruppo di comunisti ben organizzati, era riuscito a prendere il potere con una rapida azione militare. Quindi avevano scambiato quella vittoria come la prova che il popolo russo avesse compiuto in pochi mesi quel salto di stile di vita e di modo di pensare che solo decenni di sviluppo capitalista avrebbero potuto creare. L’ascesa di uno Stalin era inevitabile. La creazione di una burocrazia statale comunista non avrebbe mai potuto diventare uno strumento di crescita umana e intellettuale del popolo. Milioni di contadini russi erano abituati a ubbidire e a essere trattati come schiavi. I funzionari dello Stato e del partito divennero così i nuovi padroni (violenti e corrotti) perché quella era la loro mentalità e la mentalità dei cittadini.
Questo tragico paradigma si può applicare a tutti tentativi di imporre militarmente un sistema socialista a popolazioni precapitaliste: Albania, Cina, Cuba, Vietnam, Cambogia… Un disastro dopo l’altro perché non è possibile imporre la democrazia laddove la struttura produttiva non ha portato allo sviluppo di una coscienza democratica. Per avere la democrazia è necessario che le persone la vogliano veramente e sappiano gestirla.

Nonostante queste lezioni illuminate io non riuscii a capire fino in fondo il senso di questo ragionamento. Due anni dopo, nel 1974, mi trovai insieme ad altre migliaia di comunisti a credere che fosse giunto in Italia il momento in cui il socialismo era maturo e quindi si poteva iniziare a costruire il socialismo.
Era sufficiente che ci procurassimo un po’ di armi e iniziassimo a sparare perché il potere ci cadesse in mano.
Per fortuna prima che io mi sporcassi le mani di sangue, mi trovai a pormi una domanda che nasceva da una semplice constatazione.
In quel momento in Italia c’erano 3-4mila compagni pronti alla guerra civile. Ipotizzai che se avessimo lavorato bene avremmo potuto mettere insieme in un paio di anni altri 50mila militanti pronti a tutto.
I capitalisti avevano dalla loro parte l’aviazione. Eravamo realmente in grado di vincerli?
Posi questa domanda a Toni Negri durante una riunione dell’esecutivo nazionale di Rosso. Parlò un’ora senza riuscire a rispondere alla mia semplice domanda militare. In effetti bastava andare in giro guardando le facce delle persone per rendersi conto che non esisteva una massa enorme di italiani intenzionati a fare la rivoluzione. Lo shopping tirava di più.
Di lì a pochi giorni uscimmo in 150 da Rosso, ed è stata una delle cose più intelligenti che abbiamo fatto in vita nostra.
Quei pochi che restarono con Toni Negri ebbero la vita distrutta o morirono ammazzati. Erano caduti in una trappola mentale spaventosa. E che fosse una trappola divenne evidente quando a partire dal 1977 le bande armate furono distrutte in poco tempo grazie a un numero spaventoso di pentiti. La maggioranza degli arrestati quando si trovò in prigione, con la prospettiva di farsi 20 anni, si rese conto che nessuna rivoluzione ci sarebbe stata, che nessuno li avrebbe liberati, che non c’era nessun proletariato pronto alla rivoluzione… Le loro illusioni crollarono e per lo più si pentirono (e denunciarono i compagni a 100 per volta) o si dissociarono. Nel giro di pochi mesi la potente Armata Rossa fu azzerata. E non può esserci dimostrazione migliore del fatto che la valutazione sullo stato dello sviluppo del capitalismo in Italia e della coscienza di classe fosse basata su pure allucinazioni oniriche (e sinceramente non capisco proprio chi ancora continua ad ascoltare persone come Toni Negri, che insistono imperterrite ad affermare che le loro analisi di 40 anni fa erano perfette. Hanno guidato un’armata di disperati verso la rovina, sostenendo che avevano la prova scientifica della volontà di milioni di operai di insorgere e non hanno mai fatto autocritica… La loro religione è basata sull’avere le fette di salame sugli occhi…).

I fallimenti delle rivoluzioni socialiste nei paesi contadini e dei tentativi insurrezionali degli anni settanta nei paesi capitalisti hanno entrambi dietro l’idea errata che la qualità delle persone (dei leader) possa sostituire il livello di coscienza del popolo.

Il M5S sta cadendo in un’analoga trappola logica.
Se il Pdl e il Pd fanno un governo insieme faranno schifo e alle prossime elezioni noi vinceremo col 50%.
In questo caso la battaglia elettorale ha preso (fortunatamente) il posto dell’insurrezione armata (un grande passo avanti, sono molto meno pirla di quanto lo fossi io a 19 anni).
Ma la tipologia dell’errore è simile: si pensa che esista un popolo che nella sua maggioranza desidera veramente la democrazia, e che esista dietro questo popolo una società che a causa della sua struttura produttiva e ha creato una crescita culturale tale da rendere cosciente e matura per la democrazia diretta la maggioranza dei nostri connazionali.
Quante persone leggono i vostri blog? Quante persone guardano il Grande Fratello? Come puoi pensare che chi guarda il Grande Fratello abbia la testa per partecipare alla democrazia diretta a partire da domani mattina?
Grillo non tiene conto che gran parte di chi ha votato M5S lo ha fatto per rabbia contro la Casta, non perché ha veramente capito i valori (e i doveri) della democrazia diretta.
Come Lenin ha vinto la rivoluzione militare per un colpo di culo così Grillo ha avuto il culo (e l’abilità) di radunare attorno a se un grande consenso. Un consenso ottenuto CONTRO l’esistente, non a favore di un chiaro progetto per il futuro. In Italia la cultura dei furbetti va ancora forte.
Datemi retta amici del M5S, cerchiamo di cambiare quel che le condizioni storiche ci consentono. Se ci riusciremo convinceremo altri al cambiamento. Se si tornerà invece a votare, prima di fare le riforme essenziali (spreco, corruzione, burocrazia, evasione fiscale, illegalità) non aumenterete i voti. Nessuno vi darà la medaglia neanche se riuscirete a dimostrare che i cattivi sono gli altri. Non importa. Il voto di protesta se non arrivate ai risultati evaporerà perché è basato su un particolare momento emotivo e di disperazione economica. Sotto il 24% non sareste più determinanti in parlamento. E in più rischiamo di Nuovo Berlusconi.
Meglio un uovo oggi che una gallina domani.

 


Commenti

Bersani non è stato bravo come diplomatico!
Poteva dire che faceva un governo suo, con Grillo dietro che lo poteva frustare e bastonare, ovvero un governo di Grillo per i grillini e un Governo Bersani per la sinistra!

Bastava che si presentava pubblicamente (andava lui direttamente ad un consiglio di grillini in streming) con Grillo e diceva testuali parole "Mi Arrendo, Mi Arrendo, lo faccio per il bene del Paese" e poi si sarebbero scambiati "un segno di pace". Ma Bersani è troppo arrogante per farlo...

Avrebbe salvato capra e cavoli e invece adesso esiste la deriva fascista dei 5Stelle!

Logico che Grillo NON cedeva! È la condizione "PRINCIPE" (ideale) per lui! Ma con un poco d'umiliazione (veramente DIPLOMAZIA) bersaniana si poteva fare, Grillo ad quel punto non poteva perdere la faccia di rinunciare ad una vittoria inaspettata!!!

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Comunque ecco i casi possibili nel prossimo futuro e le statistiche/sondaggi si sono rivelate delle colossali cagate! Dunque andremo alle elezioni ancora con il PORCELLUM che causa disastri elettorali ed è antidemocatica.

A) Visto che la sinistra è spaccata e molti vogliono l'inciucio-fascista, Silvieto potrebbe vincere le prossime elezioni e molti abbandonano 5Stelle: Non potrebbe fare un governo lo stesso in quanto non avrebbe una maggioranza abbastanza forte.

B) Visto che la gente si rende conto che Silvietto diceva scemate e molti vogliono l'inciucio-comunista, Bersani potrebbe vincere le prossime elezioni e molti abbandonano 5Stelle: Non potrebbe fare un governo stabile lo stesso in quanto non avrebbe una maggioranza abbastanza forte.

C) Visto che la sinistra è spaccata e molti vogliono l'inciucio e Visto che la gente si rende conto che Silvietto diceva scemate e molti vogliono l'inciucio-comunista, Grillo potrebbe vincere le prossime elezioni dato che la gente è più arrabiata con Bersani e Silvietto: Potrebbe fare un governo in quanto avrebbe una maggioranza abbastanza forte, ma poi siamo sicuri che regge?

IN DEFINITIVA È QUELLO CHE DICEVI TE PRIMA, (Ti rammento che è il pensiero di MAZZINI e non del tuo prof.) il popolo NON è ancora educato alla Democrazia e quindi si ritornerebbe al pasticcio SEMPRE!!!

Ciao

Lunga vita e scimmiosità!

Condivido Jacopo e trovo che chi vuole cambiare fuori di se la realtà politica, relazionale etc... con un qualsiasi atto di forza dovrei prima iniziare con se stesso!
Sorpresa! Non è per niente facile... cambiare un abitudine, un attegiamento neanche quando sono 100% sicuro, che è la cosa giusta par me.
Non è l'informazione tanto meno la ragione che permette di cambiare ma l'esperienza, viverlo emotivamente su la mia pelle e questo prende tempo e tanti “andata e ritorno”, tante confusione tra la mente razionale e quella emotiva...
L'errore che continuiamo a fare è di contraponere il bianco contro il nero. Il “bene “ contro il “male” cosi rimaniamo prigioneri dello stesso discorso, il bianco non esiste e non esisterà mai senza il nero. Credere che il bianco più bianco riuscirà a sconfigere il nero è la trappola della mente razionale... una fantasia!
Il salto di qualita ha luogo, quando il bianco e il nero o i poli “bene e male” si unificano per una qualità diversa di quella conosciuta, dove ambidue poli ”sacrificano” la loro “virginità” per creare e acudire una realtà nuova, un essere nuovo in un contesto nuovo.
Scusate per gli errori ma il mio correstore di testo non funziona più!

saluti a tutti.
Per prima cosa,buogiorno Iacopo. Tu scrivi (molto bene)le stesse identiche cose che io riesco purtroppo solo a pensare. Detto questo, provo a vedere le cose da più punti di vista:
- quello di Grillo e di Berlusconi che mi ricordano la frenesia alimentare degli squali.
- quello di Bersani , che purtroppo non capisco granchè e a cui auguro di avere un buon motivo per restare attaccato al timone perchè coi tempi gelidi che girano rischia di lasciarci sopra la pelle delle mani attaccata. (Ma non sarebbe stato meglio dire ai grillini : prego accomodatevi, fate pure voi, così noi cittadini avremmo avuto un motivo serio per piangere e ridere un pò..)
- quello dei Franceschini di turno, (visto che ho la memoria buona, ricordo come esordì incautamente ai primi giorni del governo berlusconi) a cui evidentemente le (scusate il termine crudo) inculate prese devono essere piaciute molto se ora non vedono l'ora di riporgerglielo!
- quello dei tanti elettori di sinistra, come me molto spaventati dal fatto che Berlusconi ormai ha tutte le probabilità di tornare in maggioranza
Di sicuro c'è che se tra gli eletti grillini la percentuale delle persone "semplici" è nella media degli italiani di certo la possibilità di realizzare qualcosa di concreto ora, concertando il lavoro con le parti migliori del pd , è praticamente nulla.
Temo che pochissimi di loro abbiano una vaga idea del fatto che la burocrazia, l'arroganza del potere burocratico costano all'italia diecimila volte di più della politica e che purtroppo non è lì il problema.
Sulla questione serissima che hai posto sull'immaturità collettiva purtroppo dubito fortemente che qualcuno di loro riesca a sentire, in primis in sè e e poi osservando le persone attorno a sè, quanto il discorso che hai fatto è illuminante sulla realtà in cui viviamo. Troppo arroccati troppo privi di esperienza vera reale troppo sedotti dalla verve di Grillo e dalla sua capacità di trasmettere un mix confondente di verità e illusioni.
Quello che mi scoccia ora è l'atteggiamento surreale che ha Bersani rispetto ad esempio alle accuse fattegli ieri da Grillo sul montepaschi: non una parola.. Ma qui, brutto-davvero Bersani, questi argomenti vanno nella sensibilità collettiva, qui vale la legge del chi tace acconsente! Ma porco boia, hai la responsabilità di milioni di voti, non stai giocando a domino.
Ultima cosa, tanto per stare in rima col frasario Grillesco, la vorrei dire da peggior dietrologo:
ma quelle accuse comparsegli contro, e così altrettanto velocemente chiuse, circa certe società occulte in un paradiso fiscale.. ma non è che era un avviso ai naviganti ..
Un abbraccio a tutti. Gilberto. Torino

Mi hanno proposto un'alleanza, ma loro sono morti! Non hanno capito di avere a che fare con qualcosa di completamente diversa da un partito politico. Per 13 anni hanno dimostrato cosa sono stati capaci di fare, Abbiamo una nazione economicamente distrutta, gli agricoltori rovinati, la classe media in ginocchio, le finanze agli sgoccioli, milioni dl disoccupati.. sono loro i responsabili.
lo vengo confuso ..... oggi sono socialista, domani comunista, poi sindacalista, loro ci confondono, pensano che siamo come loro. Noi non siamo come loro! loro sono morti, e vogliamo vederli tutti nella tomba! Io vedo questa sufficienza borghese ne1 giudicare il nostro movimento ... mi hanno proposto un'alleanza. Così raqionano ancora: non hanno capito di avere a che fare con un movimento completamente differente da un partito politico .... noi resisteremo a qualsiasi pressione che ci venga fatta .. Siamo un movimento che non può essere fermato ... non capiscono che questo movimento è tenuto insieme da una forza inarrestabile che non può essere distrutta .. noi .non siamo un partito! rappresentiamo I'lntero popolo, un popolo nuovo .. ..
Pensate che sia un brano dal blog di Grillo? Errore! Si tratta di un brano tratto dal libro "Discorsi di lotta e di vittoria" di Adolf Hitler del 1932. Le assonanze con le dichiarazioni odierni di Grillo sono sorprendenti? Mica poi tanto se si pensa che Martine Le Pen ha appena dichiarato che vuole conoscere Grillo perchè "hanno tante cose in comune". Che per Grillo hanno dichiarato di aver votato tra gli altri Mario Luzi (terrorista nero) e Licio Gelli ex capo della P2.
Ma la prova più evidente della non collocazione a sinistra di Grillo è il suo comportamento antidemocratico. In un movimento in cui Uno dovrebbe essere uguale a uno, pare che "qualcuno" sia più Uno degli altri. La sua concezione della democrazia è infatti alquanto insolita: lui decide e gli altri fantozzianamente obbediscono. Chi dissente viene cacciato. E che dire della possibilità per la sinistra (che sarà anche scalcinata e retro, ma è quella che c'è) di poter governare e cui lui pervicacemente vuol negare anche un sia pur minimo supporto. E poi che dire del fatto che il suo programma prevede l'eliminazione dei partiti e dei sindacati, dei giornali e della televisione pubblica? E' vero che alcuni non hanno dato buona prova di sè, ma il fare di ogni erba un fascio è demagogia. O peggio: proto fascismo. Alla larga!

Sono una di quelli che hanno votato Grillo sia per i contenuti ecologisti e di "pulizia" etica sia per protesta.... PUR NON CONDIVIDENDO il disfattismo.....Penso che l' analisi da te proposta sia profondamente giusta. L' Italia è un paese di casalinghe sotto l' influsso di Mediaset, pensionati rincoglioniti, evasori e mafiosi. Berlusconi non ha vinto perchè non si è presentato come premier ( forse vuol fare il presidente della Repubblica, stanno già dicendo che in pratica siamo una repubblica presidenziale).... Lui vuole le elezioni subito perchè sa che vincerà anche in funzione dell' enorme apparato di voto di scambio che ha costruito in questi 20 anni.
Io le prossime elezioni voto Annarella ( già a queste non volevo nemmeno andare)!!
Cioè Grillo non arrivera più al 25 % perchè verrà ritenuto responsabile di questo disastro.

caXXo mi hai convinto punto.punto mi hai convinto punto.
mi dispiace veder sfumare un ideale ma mi hai convinto.
sono ateo senza partito senza padroni 1 volta al voto per salvare una famiglia, la mia, prima volta con un'ideale (quasi) politico e già sfuma tutto dalla crudele desertica realtà e dalla agghiacciante tua logica e giusta punto.
mi hai convinto forse è meglio che il M5S si allei, ho anche il terror panico di un alleanza PD-PDL.
s)fortunatamente non saremo più a vedere i risultati positivi o negativi di tutto questo perchè ci arresteranno tutti molto presto. ciao

Penso che una delle qualità più importanti di chi scrive sia quella di rendere facilmente comprensibile a tutti argomenti apparentemente complessi. Jacopo è un maestro in questo e riesce anche a regalarci dei sorrisi, il che è sempre una cosa importante in un periodo in cui si esalta sempre troppo i contrasti e le offese.
Il lavoro che Jacopo e altri stanno facendo per portare ad un compromesso "del fare" il Pd e il M5S ha il mio massimo appoggio e sono convinto che darebbe a questo paese una spinta innovativa che ci porterebbe in una posizione particolare in Europa, tra i riformatori, dove di solito ci sono sempre danesi, olandesi, norvegesi o comunque sempre amici del nord...
Tuttavia non credo che questo accordo oggi sia possibile perché questo spirito costruttivo che so che ha Jacopo e anche tante altre persone di sinistra non è condiviso dagli attuali dirigenti del partito in questione (non tanto Sel quanto il PD). E allora che fare? Non credo ad un ritorno di Moliere, è finito il ventennio con più vittime (intellettualmente parlando) dell'altro cavaliere... Penso che il PD stia pensando ad un accordo di "lungo corso" con la parte più moderata del centro destra che non vede di cattivo occhio Matteo Renzi. Un suo ingresso come leader della coalizione "democratica" (e tramonterebbe definitivamente l'utilizzo del termine sinistra...) penso che potrebbe significare il tracollo del Pdl e un aggiunta di circa 10 punti al risultato elettorale del Pd dello "smacchiatore di giaguari". Al possibile governo Renzi servirebbe solo una spaccatura all'interno del M5S (e infatti mi sembra che nelle ultime settimane il PD e i suoi "giornalisti" stiano dedicando tutte le forze unicamente in questa direzione...) e dunque non vedo un vero interesse a fare un accordo con il Movimento..
Dall'altro lato, dal punto di vista del Movimento, oggi non ci sono uova, oggi non ci sono reali proposte di cambiamento da parte del PD! Nessuno ha mai paventato di abbandonare il progetto insensato della Tav, rivedere certi inutili accordi commerciali in ambito militare ed energetico presi dai governi precedenti che sono assolutamente essenziali per gli elettori del M5S, molto più dei rimborsi elettorali e dei tagli alla politica (dove bastava magari dare un segnale, ma anche qui hanno fatto troppo poco). Insomma è veramente dura credere alla buona fede di certi personaggi che si stanno adoperando solo allo screditare il Movimento con delle storie che neanche i Monty Python sarebbero capaci a scrivere... Io, quando cerco di fare una trattativa al fantacalcio, mi pongo con rispetto e con (una falsissima!) ammirazione nei confronti del mio interlocutore se voglio convincerlo a fare un accordo. Non funzionerebbe mai se di mattina pubblico sui miei giornali che è un fascista e di pomeriggio faccio quello che la pensa nello stesso modo! Le proposte fumose del Pd sanno tanto di trappola, tesa solo a spaccare il M5S o comunque a frenarne l'ascesa.
Ma veniamo alla mia posizione, che da oggi, grazie all'articolo di Jacopo, chiamerò quella di un "leninista a 5 stelle". Io penso che sia sicuramente rischioso il tentativo di fare una democrazia liquida, ma potrebbe veramente valerne la pena. Mi piace il "colpo di culo" di Lenin nel vincere la Rivoluzione nell'ultimo paese al mondo in cui Marx lo avrebbe teorizzato per tutte le questioni che Jacopo ha magistralmente illustrato (e che condivido), ma oggi effettivamente siamo in una situazione simile e nonostante quel maledetto gufo di merda di Murphy, non è detto che dovremo necessariamente rifare gli stessi errori del passato... La differenza principale, che nemmeno Marx poteva teorizzare, è rappresentata dall'evoluzione scientifica e tecnologica che abbiamo avuto negli ultimi 20 anni che ci da TUTTE le possibilità di scegliere delle forme di governi rispettosi dell'ambiente e delle condizioni dei più poveri e in secondo luogo Internet, ovvero la possibilità di condividere in tempo reale delle proposte, discuterle insieme con la mediazione dei più riconosciuti esperti di ogni questione analizzata e la possibilità di decidere in base alle prestazioni, all'impatto ambientale, ai costi e ai benefici per la popolazione, al posto delle formule piramidali, imposte dalle lobby finanziare, farmaceutiche e in generale rivolte al beneficio di pochissimi... Attenzione, non è assolutamente giusto definire gli elettori del M5S come smanettoni o nerd tutto il giorno davanti al PC; il numero continuo di riunioni e di assemblee, gruppi di lavoro, ecc. in cui ci si trova in bar, palestre, sale o quant'altro è impressionante… Al tempo stesso le riunioni sono anche riprese e trasmesse in streaming, così che uno può seguirle da qualsiasi parte del mondo si trovi o eventualmente rivederle in un secondo momento in armonia con i suoi impegni privati. Insomma è un modo nuovo di intendere la politica, rischioso, ma sono sicuro che ne valga la pena. Se il PD capirà la portata di questo progetto sarò entusiasta di condividere questa rivoluzione pacifica (o questa "botta di culo") con gli amici piddini e sellini, ma ad oggi non vedo nessun uovo in tavola, ma solo trappole per topi… Ci tocca proprio aspettare la gallina (cosa diranno tutti i vegani e vegetariani del Movimento...).
Un abbraccio a tutti i miei compaesani della Libera Repubblica di Alcatraz, il vostro leninista a 5 stelle, Konte.

Mai vista una accozzaglia di luoghi comuni tanto "leninisti" e tanto pericolosi.
di seguito, proverò a spiegare perchè.

Concordo completamente con Grillo. Sarà perchè ho bisogno di un capo infallibile, della mistica del leader massimo che non sbaglia mai? no, non credo anche perchè i "capi", tutti i tipi di capo, mi stanno "leggermente" sulle balle.

Concordo con Grillo per un motivo molto semplice. Ha ragione da vendere.

Politica

Il M5S non ha bisogno di andare ad invischiarsi con il PD o con gli altri schieramenti. I motivi sono diversi, e riguardano l'opportunità politica di "mescolarsi" con partiti e individui che hanno grosse responsabilità nella situazione di crisi profonda che il paese Italia sta vivendo; ragioni profonde che hanno a che fare con il perchè è necessario mutare la cornice nella quale tutti i paesi PIIGSF, e l'Italia tra questi, si stanno dibattendo con grosse difficoltà; il tentativo di operare una "svolta virtuosa" nella vita pubblica italiana; ciò che serve realmente al M5S. Naturalmente tutti questi aspetti sono strettamente connessi tra loro.

Gli appartenenti al M5S devono fare molta attenzione al loro comportamento. Un qualsiasi "scivolamento" verso il cosiddetto "inciucio" o una qualche forma di accordo con il PD, può significare la fine di questo tipo di esperienza e la pressochè totale scomparsa del movimento stesso, così come è avvenuto in passato per Rifondazione Comunista" e per la stessa SEL. Questi partiti hanno cessato di esistere nel momento in cui hanno accettato l'egemonia e l'abbraccio mortale e mortifero con gli zombi del PD. È invece necessario che il M5S non accetti nessun tipo di subalternità, ma anzi punti all'indipendenza e contrapposizione con questo partito. Bisogna ricordare che il PD ha sostenuto e votato, insieme al PDL, tutti i provvedimenti, del governo Monti e dunque è tra i maggiori -se non il maggiore- responsabili di questa situazione. Ha votato questi provvedimenti, perchè in linea con il suo programma che lo vede prono ai voleri di banche e multinazionali. Di più, sono oltre 20 anni che questo partito ha fatto proprie le tesi neoliberiste ed ha massacrato scuola, sanità, welfare, si è fatto promotore in prima persona di leggi che hanno progressivamente marginalizzato per intero il mondo del lavoro, creando miseria e precarizzazione... È chiaro, o dovrebbe esserlo, che con un partito simile non ci si può alleare e tantomento si possono "votare" gli uomini che indica e che sono, nella migliore delle ipotesi, altrettante "tartine tornasole".

Il PD vorrebbe distruggere il M5S, in quanto quest'ultimo rappresenta la più grave minaccia degli ultimi 70 anni alla propria egemonia politico/culturale e alla sua stessa esistenza. Pertanto sembrerebbe necessario non accettare nessuna falsa offerta di “alleanza” o di “collaborazione”. Su questo terreno il M5S paga certamente lo scotto di essere un movimento ancora "giovane", non in grado, o non ancora in grado, di competere con le "volpi" del PD, gente capace di vendere la propria madre per un pugno di riso, contenta di sedersi al tavolo dei potenti e poter racimolare qualche briciola. Il M5S ha bisogno di altro se vuole incarnare le aspettative di cambiamento e rinnovamento a cui ormai la quasi unanimità della popolazione italiana aspira. il M5S non ha molte alternative. O sarà in grado di incarnare queste aspirazioni al cambiamento o perirà miseramente.

C'è un'anomalia tutta italiana, una vera e propria trappola del non senso in cui non deve cadere il M5S, che vale la pena evidenziare: in quale altro cazzo di posto si attribuisce responsabilità negativa? La responsabilità per non aver aver votato un tale o un tal altro e per ciò stesso aver permesso a qualche altro di essere eletto o di "governare"? Questo può succedere solo in Italia, cioè in quel luogo in cui i maggiori responsabili di un qualche sfacelo si presentano come se fossero caduti dal cielo e non avessero nessuna responsabilità. Di contro, per una specie di compensazione, la responsabilità di cui sopra deve necessariamente ricadere sugli altri, su quelli che non hanno voluto avallare certe scelte. Una volta per tutte va, invece, riaffermato che i responsabili per una data cosa o un dato comportamento sono quelli che assumono o contribuiscono ad assumere quel dato comportamento e non quelli che vi si oppongono. Se Schifani, mai nome risultò più idoneo, veniva eletto alla presidenza di una delle camere, la responsabilità sarebbe stata di quelli che lo votavano e non di quelli che non votavano qualche altro. Questo tipo di ragionamento che niente ha da invidiare alla italianissima "Carambola" dovrebbe essere seriamente sottoposto ad analisi psichiatrica e psicologica approfondita e quelli che lo propongono rinchiusi in un qualche manicomio criminale ... chissà che il prossimo quesito per i campioni del ragionamento "carambola" non sia: chi votare tra Satana e Belzebù?

Le scelte che le autorità centrali dell'Europa vogliono imporre

Se non muta la cornice entro cui i paesi del "sud" Europa si muovono non ci sarà nessuna possibilità, per questi stessi paesi, di sviluppo o di evitare la "macelleria sociale" che le autorità centrali europee e internazionali, le banche, le multinazionali, la Germania stanno preparando. Se non è data la possibilità di variare il valore della moneta e se non si cambia il modello economico di riferimento, ammesso che ciò sia possibile, da uno basato sulle esportazioni a uno basato sullo sviluppo interno dei singoli paesi, è possibile "evitare" la catastrofe che si sta abbattendo su questi paesi solo uscendo fuori dalla moneta unica... dalla moneta unica, non dall'Europa. Se invece si rimane all'interno degli accordi europei e nella cornice disegnata dalle autorità europee centrali, allora non ha senso M5S o qualsiasi altro soggetto politico "alternativo". Anche se un tale tipo di soggetto arrivasse a dare uno scossone al sistema dei partiti e magari a sostituirlo con uno meno corrotto e quand'anche riuscisse a ridurre i "costi della politica", se si limitasse solo a questo -cosa peraltro importantissima e condivisibilissima-, non riuscirebbe comunque ad evitare il massacro sociale, cioè la pressochè totale abolizione della scuola, della sanità pubblica... Detto in altre parole, non è sufficiente un partito o un organismo meno "corrotto" e “più onesto” ad evitare le "lacrime e sangue" che ci aspettano (vedi Parma). Chiunque si voglia porre come forza di cambiamento, se non riuscirà o a rinegoziare praticamente tutto a livello europeo e, congiuntamente, accetterà di rimanere nella moneta unica, non riuscirà a proporre vie diverse dal disastro sociale.

Le ragioni del Grillo

Non sono solo ragioni, per così dire, tattiche, cioè di opportunità politica su quale è il "sentiero di crescita" più rapido per il M5S, ovvero come far diventare egemone questo soggetto politico nel panorama italiano, cosa peraltro già difficilissima di per se, il più rapidamente possibile. Vi sono ragioni più profonde e che riguardano l'agire politico in relazione alle attuali difficoltà di ordine economico, ecologico, energetico..., insomma delle scelte di fondo del paese Italia e che riguardano, forse, anche le motivazioni più profonde che hanno portato alla nascita del M5S. Grillo ha ragione quando propone una sorta di democrazia diretta o diffusa come antidoto ad un contesto che vede sempre più restringersi gli spazi “democratici” sostanziali. Bisognerebbe riflettere sul senso di votare un parlamento nazionale quando, già ora, tutte le decisioni rilevanti sono prese a livello centrale europeo da organismi che non sono neppure eletti e sfuggono completamente ad ogni meccanismo di tipo rappresentativo; propone un referendum, sacrosanto, per verificare se gli italiani intendono rimanere o meno nella moneta unica e con ciò sancire o meno il nuovo status di nazione di “servi della gleba”... e non è tutto, Grillo propone una specie di "democrazia energetica" -di gran lunga più importante e di effetto ben più consistente e dirompente di una qualsiasi modifica “positiva” della democrazia rappresentativa. Arriva a prospettare, per ciascuno dei milioni di singoli individui di cui è composto questo paese, l'autosufficienza energetica, propone di prendere a riferimento Schönau im Schwarzwald per rendere pubblica, comprandola dagli attuali “monopolisti”, la rete di distribuzione energetica, prospettando una fuoriuscita dal ricatto e dalla dipendenza energetica dal petrolio.

Questo pacchetto di proposte -un insieme di strumenti capaci di configurarsi come un "grimaldello" necessario a far saltare la serratura della prigione progettata dalle "alte" autorità europee e mondiali- sulle tematiche ambientali, energetiche, di sviluppo di tecnologie avanzate, di modelli di democrazia "allargata", potrebbero essere al tempo stesso a più alta compatibilità ambientale e capaci di rimuovere i sistemi di controllo installati a livello internazionale che impediscono una qualsiasi politica di sviluppo "autonomo" dai centri decisionali internazionali. Questo insieme di strumenti si configurano come un vero e proprio tentativo di venire fuori dal ruolo che le autorità europee centrali e quelle internazionali hanno disegnato e stanno tentando di imporre al paese Italia, sotto la comoda coperta della "crisi", usata come un espediente per imporre soluzioni impopolari. Il tentativo di compressione violenta ed insensata delle condizioni di vita è un mostruoso "esperimento", che ci vede nel ruolo di "cavie". Tenta di "livellare" le nostre condizioni di vita a quelle dei paesi "in via di sviluppo" più arretrati. L'Europa ricca sta tentando di comprimere "artificialmente" le condizioni di vita delle popolazioni di certe zone geografiche al fine di creare, altrettanto "artificialmente", delle aree depresse capaci di "competere" con le aree del pianeta più povere e meno sviluppate. Si tratta di un "esperimento", che nulla ha da invidiare a quello del dr. Frankenstein, ... di sviluppo al contrario.

Indipendenza dal petrolio.

A fronte di tali idiozie, drammatiche per le condizioni di milioni di persone e foriere di guerre e tragedie più o meno globali, non si può non concordare con un piano energetico che preveda l'indipendenza del paese dalla fonte energetica petrolio. L'indipendenza dal petrolio è un obiettivo di vitale importanza. Significa, allo stesso tempo, salvaguardare l'ambiente e rafforzare l'indipendenza del paese, non solo da fonti energetiche che dipendono da paesi terzi e in grado di creare disastri ambientali, ma anche di riaffermare la propria sovranità in termini di politiche economiche e fiscali, Rendere indipendente dal petroli l'Italia significa ridurre il grado di apertura dell'economia Italiana e il peso del vincolo della bilancia dei pagamenti, essenziali per chiunque si voglia porre il problema dello sviluppo del paese a prescindere dai giochi e dalle "strategie" dei grandi attori internazionali. Un piano energetico come quello proposto da Grillo, è in grado di fare da volano per tutta l'economia italiana ed è in grado di porci all'avanguardia in quella che Rifkin chiama "terza rivoluzione industriale".
continua...

Francamente mi sarei aspettato qualcosa di più da uno come Jacopo. Il suo post è il classico esempio del “Bove che dice cornuto all'Asino”. È un esempio notevole di paranoia schizzoide e di trasferimento delle proprie intenzioni ad altri. Io non so cosa succederà del M5S, non so se modificherà il suo programma e come lo modificherà, o se avrà la forza e la capacità di accompagnare le trasformazioni in atto e dunque di contribuire a modificare un intero paese. Per il momento, per quel che posso vedere in questo istante, mi sembra di si. Ritengo che questa capacità di “accompagnare” il cambiamento consista proprio nel rifiuto di accordarsi con le forze politiche responsabili della grave situazione in cui si trova il paese e di favorire l'emergere del nuovo. Non ho un grande interesse nel rispondere a Jacopo, anche se ritengo sia totalmente fuori strada rispetto a quel che in taluni post propone, o comunque non abbia come obiettivo la modifica profonda del paese Italia, ma, forse è bene precisare alcune cose, se non altro per evidenziare che la cosa contro cui si scaglia con tanta veemenza, cioè il leninismo, è quello che, nella sostanza, ripropone. Lui vive nel suo paradiso,ha i suoi interessi... è una brava persona, onesta, lavoratrice, paga le tasse... insomma, uno dei rappresentanti di quella borghesia illuminata che tante speranze suscitano, fortunatamente, in poche, ma scelte persone, individui di “nicchia”... persone mediamente intelligenti, mediamente colte, mediamente medie che magari hanno cospicui o ingenti patrimoni che si dilettano nel riso e nella spensieratezza. Qualche volta mi è capitato di imbattermi in tali persone e devo dire che non ho avuto una buona impressione, come ad esempio tali Montanari, di sssssinistra, essssstroverse, simpaticcccche, egocentriccccche, sempre pronte a battersi per un ideale a favore degli ultimi, e capaci di cavare sangue dalle rape. Tutto ciò va bene, più che bene, ma, santo dio, perchè continua a menarla con il suo passato e con proposte che non potranno modificare nemmeno una virgola quanto è stato deciso a livello delle autorità centrali europee; perchè continua a parlare delle sue esperienze passate da gruppettaro estremista extraparlamentare extraminoritario che non ha mai condiviso alcunchè con quelle mitiche masse che vuole a tutti i costi emancipare? È, ritengo, affrontare questi temi da “sopravvissuti”, da brutta copia di “Napoli milionaria”, prima di tutto noioso, e fuorviante nei continui tentativi di mettere in relazione quello che è successo in un passato che sembra abbastanza recente e che invece e remotissimo, con quello che sta succedendo ora. Forse per questo è incapace di comprendere quel che è avvenuto con l'esperienza del M5S. Jacopo scrive: “la questione è che tu ti aspetti di avere per l’M5S, alle prossime elezioni, il 50% dei voti + 1. Ed è questa l’idea che Grillo evoca quando dice: prenderemo il 100% dei voti. Ovviamente è un’iperbole, lo sa anche lui. La questione è quindi: il M5S potrebbe prendere più del 50% dei voti e quindi, avendo la maggioranza schiacciante in parlamento, governare e regalarci finalmente un’Italia riformata, giusta, ecologica ed efficiente? Questo è il problema. Il popolo italiano è pieno di gente strana, analfabeti di ritorno, collusi, gente che trae il suo piccolo vantaggio dal sistema marcio... E gente completamente incapace di capire chi sono i ladri. Non c'è modo di uscirne, almeno in tempi brevi... Neppure se il M5S fosse l’organizzazione più perfetta e potente del mondo. Si tratta di un limite fisiologico dato dall’attuale reale situazione sociale e culturale. Per cambiare l’Italia dobbiamo cambiare la testa agli italiani, ma per farlo ci vuole tempo. Non ci sono scorciatoie. Per questo io sono favorevole ad accordi con il PD. La politica è lo specchio del Paese. Lo specchio dei reali rapporti di forza tra gruppi sociali, interessi e modi di pensare.” Ecco... è giusto qui che emerge in tutta la sua potenza che il vero “leninista” è lui. Infatti è convinto che lo sforzo maggiore del M5S sia di arrivare al fatidico… 50% + 1, dopodichè M5S stesso ci regalerebbe “un'Italia riformata, giusta, ecologica ed efficiente” ed il resto del suo commento si concentra su questo, non vedendo minimamente che quel che ripropone, è la solita trita minestra “leninista”. Non so se, a fronte di tali baggianate si debba ridere o, affranti, constatare che questo paese è senza speranza ed emigrare al più presto e senza indugio. Fatto salvo che Lenin, dio lo abbia sempre in gloria, non era un pirla, e la sua azione è stata tutto meno che un colpo di culo, mi chiedo se non sia Jacopo più leninista dello stesso Lenin. Lenin ha sopravvalutato l'autonomia del politico, ma il suo era un tentativo, di cui era ben consapevole -e a ben vedere il più semplice, come ancora oggi lo è- di operare una “forzatura” (dati i tempi lunghi necessari alla “storia” per arrivare ad “elaborare” un nuovo modo di produzione quando le forze produttive arrivano a confliggere pesantemente con certi rapporti di produzione dati) per venire fuori dal capitalismo, che doveva ancora essere sperimentato. Oggi, a distanza di quasi un secolo da quella esperienza e con i risultati di quella esperienza, lascia attoniti e in preda ad una sorta di ottundimento psico-fisico, constatare che c'è ancora qualcuno convinto che il problema sia la “presa del palazzo di inverno” la “presa del potere politico”. Semmai questa è la cosa “più semplice” -lo è stato allora e lo è anche oggi- ... semmai il difficile viene dopo. Detto in altri termini quel che non funziona e non ha funzionato in tutto questo arco di tempo non è il partito, il centralismo democratico, la “gente poco seria quando parla di sinistra e desta” e si potrebbe continuare all'infinito, ma l'ipotesi su cui tutto questo poggia, cioè l'ipotesi dell'autonomia del politico. Ed invece Jacopo da bravo leninista, forse inconsapevole, la ripropone come se niente nel frattempo fosse accaduto. Del resto, nel piccolo di questo piccolo paese, basta guardare a quel che succede a Parma, dove il M5S ha raggiunto il “fatidico potere politico”, per poter raggruppare tutte queste stupidaggini (da parte di tutti, Jacopo compreso, sul fatto che per uscire da questa situazione è necessario un soggetto politico nuovo, giovane, forse anche bello, magari di colore e con, al suo interno, un numero sufficientemente ampio di donne che ridano fino a spaccarsi la testa e a farsi colare le meningi dalle orecchie... INCORROTTO per poter dissolvere, oppure schivare con un gran colpo di … reni, la valanga che minaccia di travolgere il paese) e farne un falò. Ed il motivo è proprio quel che Jacopo in maniera estemporanea e con grande disinvoltura, facendo un mosaico di cose che non stanno insieme nemmeno con l'attack, cioè con il più potente collante esistente al mondo, dice a proposito delle “condizioni storicamente determinate”. … Ripeto, si tratta di una bella accozzaglia di stupidaggini confezionate secondo le più moderne tecniche di marketing, che servono poi a riproporre, di nuovo, l'idea della trattativa tra il M5S e il PD, cioè riproporre una trattativa con il maggior responsabile dello sfacelo attuale e senza tenere in conto che di tale “trattativa” le autorità centrali europee se ne impippano e continueranno a proporre ricette funzionali alla riprogettazione della divisione del lavoro a livello internazionale. Il partito che ha maggiori responsabilità in tutta questa merda è proprio il PD, che oggi è in Italia il partito che meglio rappresenta le posizioni e gli interessi del cosiddetto “capitalismo manageriale”, cioè il capitalismo delle banche, delle Autorità Centrali Europee, del FMI e delle “moderne multinazionali”. Contrariamente a quel che sostiene Jacopo, il M5S deve rifiutare l'egemonia di tale forza oltre che un qualsiasi accordo, non solo perchè questo significherebbe la dissoluzione immediata e definitiva del M5S stesso, ma anche, più importante, per dare alla nazione una possibilità di sviluppo diverso da quello che le Autorità Centrali hanno previsto per il paese Italia. La parte centrale del post di Jacopo è poi un minestrone sulle sue esperienze semi-eversive e sul tentativo di tracciare un parallelo tra quel periodo e quello attuale che non ha alcun fondamento e che viene usato strumentalmente per cercare, probabilmente, di regolare qualche suo conto in sospeso con ex compagni e che ha poco a che vedere con quello che oggi è necessario fare (si tratta di esperienze di un centinaio di estremisti che giocavano a fare i carbonari con annessa scuola quadri … non è un'allucinazione, si sta parlando di una “avanguardia” che non ha mai avuto contatti con le fatidiche e, aggiungerei, patetiche masse; “lettura soggettivista della rivoluzione russa con Lenin che campa troppo poco e quindi non riesce a dare un “indirizzo” realmente rivoluzionario agli eventi russi, sorella della lettura che vedeva il fallimento della rivoluzione russa dovuta al “tradimento” di persone che probabilmente si erano “infiltrate” nelle fila del partito comunista russo; rivalutazione delle posizioni mensceviche; “La realtà è determinata dalla qualità dei singoli non dalla grandiosità dei leader”. Ecco di nuovo il leninista impenitente... non è dalle condizioni storicamente determinate che nasce un certo sistema produttivo, ma dalla qualità dei singoli; a proposito della gallina e dell'uovo e del fatto che è meglio l'uovo oggi che la gallina domani, bisognerebbe riflettere sul fatto che per quanto la gallina si faccia un culo così, non riuscirà mai a produrne uno di dimensioni tali da modificare la situazione esistente). Concludo questa parte del mio commento con una canzone che sembra avere qualche attinenza con tutte le persone che da giovani facevano parte della “scapigliatura” e poi si sono persi. Quand'ero piccolo non stavo mica bene ero anche magrolino, avevo qualche allucinazione e quando andavo a cena, nel tinello con il tavolo di noce ci sedevamo tutti e facevamo il segno della croce. [Parlato] Dopo un po' che li guardavo mi si trasformavano: i gesti preparati, degli attori, attori consumati che dicono la battuta e ascoltano l'effetto. Ed io ero lì come una comparsa, vivevo la commedia, anzi no la farsa, e chissà perché durante questa allucinazione mi veniva sempre in mente una stranissima canzone: I borghesi son tutti dei porci più sono grassi più sono lerci più son lerci e più c'hanno i milioni i borghesi son tutti… Quand'ero piccolo non stavo mica bene ero anche molto magro, avevo sempre qualche allucinazione e quando andavo a scuola mi ricordo di quel vecchio professore bravissima persona che parlava in latino ore e ore. [Parlato] Dopo un po' che lo guardavo mi si trasformava, sì, la bocca si chiudeva stretta, lo sguardo si bloccava, il colore scompariva, fermo, immobile, di pietra, sì, tutto di pietra, e io vedevo già il suo busto davanti a un'aiuola con su scritto: "Professor Malipiero - una vita per la scuola", e chissà perché anche durante questa allucinazione mi veniva sempre in mente una stranissima canzone: I borghesi son tutti dei porci più sono grassi più sono lerci più son lerci e più c'hanno i milioni i borghesi son tutti… Adesso che son grande ringrazio il Signore mi è passato ogni disturbo senza bisogno neanche del dottore non sono più ammalato, non capisco cosa mi abbia fatto bene sono anche un po' ingrassato, non ho più avuto neanche un'allucinazione. [Parlato] Mio figlio, mio figlio mi preoccupa un po', è così magro, e poi ha sempre delle strane allucinazioni, ogni tanto viene lì, mi guarda e canta, canta un canzone stranissima che io non ho mai sentito: I borghesi son tutti dei porci più sono grassi e più sono lerci più son lerci e più c'hanno i milioni i borghesi son tutti…
Movimento Cinque Stelle.
Jacopo sembra non aver capito che i conti, chiunque vinca le elezioni nazionali, dovrà farli con le autorità centrali europee e con la Germania e che entrambi questi soggetti continueranno a strangolare certe singole economie fino a riportare le condizioni di vita a livello dei paesi sottosviluppati. Pertanto l'alleato più forte del M5S non sono i “cittadini” “colti” “educati” “che sanno parlare bene” o sanno “gestire la democrazia più o meno diretta”, ma la cosiddetta crisi. È questa che spingerà al cambiamento, o che può spingere al cambiamento, un paese come l'Italia. Il M5S non dovrà far altro che agevolare, rendere più facile, tale cambiamento.
Considerazioni sul perchè la crisi sembra inevitabile soprattutto per un paese come l'Italia.
...continua