Economia alternativa

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Coraggio, l’Italia sta voltando pagina!

Coraggio, l’Italia sta voltando pagina!
(Un po’ di buone notizie contro il pessimismo economico)

Il terrore conviene agli speculatori che lucrano sui continui su e giù della borsa.
Il terrore conviene ai potenti d’Europa: se gli Stati maiali (Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda) non mettevano un freno alle loro spese pazze crollava tutto. Ma li si è spinti al cambiamento proprio grazie a una campagna di terrore, sennò col cavolo che cambiavamo.
Infine il terrore alza l’audience.
Forse qualcuno si ricorda che dal 2006 prevedevamo il crollo finanziario. Quindi non siamo ottimisti in modo ideologico.
Ma ora siamo lieti di annunciare che la tempesta sta scemando.
Innanzi tutto il temuto tracollo d’agosto non c’è stato nonostante i continui mortiferi annunci.
I dati sulla disoccupazione sono terribili, ma siamo agli stessi livelli del 1999. Se siamo riusciti a superare la crisi del '99 ce la faremo anche ora... E intanto l’esportazione italiana aumenta del 4%. Il che vuol dire che c’è una parte sana dell’economia (piccole e medie imprese) che sta reagendo, si sta rinnovando, sta battendo nuove strade e tirando fuori idee… Il che vuol dire che non siamo ancora in coma e ci sono energie vitali ancora disponibili.
Non vorrei essere frainteso: non sostengo che va bene, non va bene per niente. Ma c’è una grande differenza tra uno Stato che va in bancarotta e non paga più 5 milioni di dipendenti pubblici e una situazione di crisi pesante.
Certamente la situazione è terribile per milioni di italiani ma si inizia a vedere l’uscita dal tunnel.
Ormai alcuni cambiamenti essenziali sono avvenuti: gli stati maiali hanno dovuto rinunciare a un po’ della loro sovranità e accettare di fare quelle benedette riforme delle quali sento parlare da quando avevo 10 anni.
Come ripetiamo da tempo la crisi italiana non dipende dalla mancanza di ricchezza ma da un sistema che tra burocrazia folle, evasione fiscale, corruzione, spreco e illegalità, buttava via 500 miliardi di euro all’anno.
Non voglio dire che Monti è buono, è cattivissimo e fa parte del partito che vuol far pagare la crisi alla povera gente.
Ma alcune cose essenziali per evitare la bancarotta dello Stato le ha fatte. Perché non ammetterlo?
È importante vederlo.
Finalmente si sono stabiliti alcuni principi essenziali: è iniziata una lotta vera all’evasione fiscale con la forte limitazione dell’uso del contante. E ci sono nuove leggi che limitano lo spreco. Ad esempio, si è stabilito che la spesa sanitaria delle regioni deve uniformarsi alla media dei costi nazionali per ogni servizio offerto. Le regioni che pagano di più per lo stesso servizio perdono finanziamenti dallo Stato. Cioè se una tac o una siringa, costa dieci volte di più in una regione vuol dire che c’è qualcuno che ruba o c’è disorganizzazione. Quindi quella regione deve uniformarsi. Si tratta di una rivoluzione concettuale di portata epocale che taglia le gambe strutturalmente a spreco e corruzione.
Un altro principio finalmente stabilito è che gli uffici pubblici hanno l’obbligo di fornire alcune autorizzazioni entro tempi certi, senza chiedere nessun documento che sia già in possesso dell’amministrazione pubblica e il cittadino non deve più rivolgersi a 20 uffici ma a uno sportello unico che deve poi raccogliere direttamente il benestare da tutti i dipartimenti amministrativi.
Questi cambiamenti sono ancora lontani dal diventare pratica generalizzata, ci vorrà tempo, ma si tratta comunque di un reale passo in avanti dopo decenni di incapacità di cambiare.
Monti promette che con la prossima ondata di provvedimenti verranno ampliati i sistemi di uniformazione dei costi in tutti i settori amministrativi. E sono previste altre semplificazioni burocratiche, dalla giustizia all’iter per fondare una società.
È un cambiamento che libererà moltissime energie economiche e umane rendendo più semplice per cittadini e imprenditori il rapporto con la burocrazia e più efficiente il nostro sistema paese aumentando la capacità di concorrenza della nostra economia.
Infine si annuncia che ci saranno investimenti congrui nel settore digitale, un’infrastruttura la cui mancanza costa a cittadini e imprese miliardi di euro, costo che è una zavorra potente per la ripresa economica…
E dubito che questo processo verrà interrotto, visto che ormai non c’è convegno o programma elettorale che non vada in questo senso.
Ora la battaglia si incentra sull’applicazione da parte dell’Italia delle disposizioni europee sulla corruzione e sul taglio di una serie di aree grigie dello spreco.
Monti non è buono ma è oggi un nemico secondario col quale dobbiamo allearci quantomeno per arrivare all’applicazione di questo blocco essenziale di riforme.
Dobbiamo lottare contro la macelleria sociale e perché anche i più ricchi paghino la crisi. E dobbiamo fare muro contro il patto scellerato tra governo e petrolieri per tagliare le gambe alla crescita delle fonti rinnovabili che taglierebbe del 30% i costi energetici portandoci a livelli europei.
Ma dobbiamo anche comprendere la natura dello scontro in atto: tutto quel che riesce a concludere Monti è condizionato da una serie di veti, ricatti incrociati, complotti… Da un certo punto di vista lo ammiro perché deve ballare sopra una corda tesa sul precipizio. Basti pensare che è stata approvata una legge che limita drasticamente le auto blu ma solo il 16% delle auto blu da tagliare sono state effettivamente eliminate: la Casta resiste stoicamente, difendendo i suoi privilegi metro per metro, ma continua a perdere terreno.

Cosa possono fare i progressisti?
Dire che l’Italia ha iniziato a cambiare non è lo stesso che dire che non ci siano all’orizzonte grossi pericoli.
Certamente noi progressisti dovremmo impegnarci in questo momento difficile per limitare i danni per gli strati più deboli e per inventare pezzi di economia alternativa che aiutino a rilanciare l’economia secondo altri parametri.
Oggi solo una piccola parte dei progressisti sta impegnandosi su questo fronte.
Ma nonostante i numeri ristretti il “partito delle azioni concrete” sta ottenendo risultati notevoli.
Alcatraz è un grande luogo di incontri, crocevia di persone che provengono da tutto il paese ed è incredibile la quantità di iniziative che mi sono state raccontate quest’estate. Tante piccole azioni locali, dai mercatini del baratto allo sviluppo di nuove attività per le cooperative sociali, Comuni che hanno intrapreso con decisione la via dell’efficienza ecologica e gestionale, associazioni che organizzano percorsi di formazione e ricollocazione dei disoccupati. Ci sono poi iniziative più globali, come la nascita della banca del tempo e del baratto www.reoose.it. E poi ci sono servizi di consulenza on line, servizi di condivisione di informazioni o qualità dei servizi pubblici, come www.pazienti.it .
Il fatto che la tv non ne parli non vuol dire che non succeda.
In questo settore Alcatraz sta per lanciare due corsi informatici per imparare a realizzare applicazioni per gli smartphone e cartoni animati (750 ore, biennale) e per operatori nel settore delle terapie complementari e del benessere (1200 ore, triennale). Questi corsi saranno gratuiti per disabili e disoccupati e avranno per gli altri costi progressivi a seconda del reddito. E anche l’iniziativa dell’Ecovillaggio Solare va in questa direzione. E ora, oltre alle case chiavi in mano e a quelle in autocostruzione assistita, per fasce economiche deboli, stiamo per lanciare la possibilità di autocostruirsi una piccola casa nel bosco acquistando solo il terreno. Contemporaneamente stiamo analizzando una serie di possibilità per autocostruirsi una casa a prezzi bassissimi. Dalla casa di paglia a quella di legno massiccio, a una tenda di grande dimensioni super isolata termicamente, con bagno, cucina, soppalco, finestre e lucernario: un’evoluzione tecnologica della yurta mongola.

Ognuna di queste iniziative sposta solo una goccia nel grande mare nazionale, ma sono tantissime e costituiscono nell’insieme un esempio vincente di economia diversa, di un nuovo modello di sviluppo più umano, naturale e sensato.
Ma quel che aumenta il mio ottimismo è che contemporaneamente a questo fermento culturale, sociale ed economico, ci sono una serie di innovazioni ecotecnologiche che sono lì lì per arrivare sul mercato.
Tecnologie in grado di tagliare i costi dell’energia, razionalizzare il sistema dei rifiuti, rendere più efficienti le case dal punto di vista del riscaldamento, contrarre i costi dei trasporti e l’inquinamento.
La rivoluzione delle ecotecnologie non è ancora scoppiata.
Ma è ineluttabile e siamo realmente a un soffio dal vederla. Assisteremo a un cambiamento radicale come è accaduto per computer e cellulari, e i costi delle ecotecnologie diminuiranno verticalmente mentre raddoppierà la loro efficienza, esattamente come è accaduto per la rivoluzione digitale.
E compiamo un’impresa utile se riusciamo anche a concentrare le nostre energie nello spingere sulle parti essenziali della riforma dello Stato dando una mano a Monti (liberazione dalla burocrazia, dallo spreco, legalità e funzionamento della macchina giudiziaria, razionalizzazione dello spreco).
Per dare una mano a Monti non intendo girare con la sua foto appuntata sul bavero. Ci sono altri modi. Ad esempio Grillo sta dando una mano a Monti in modo indiretto ma essenziale. I partiti sono terrorizzati da due cose: che la Merkel s’incazzi e faccia fallire l’Italia (e loro non hanno più lo stipendio e l’auto blu) e dall’eventualità orribile che l’M5S diventi il secondo partito italiano.
Non ci dormono la notte e Monti usa poi Grillo come un Bau Bau.
E i parlamentari piangono e tremano e gli danno la fiducia.
E va bene così… La storia avanza per sentieri tortuosi.
E il mondo lentamente migliora da migliaia di anni. Figurarsi che una volta per andare a lavorare dovevo prendere a schiaffi una tigre di 3 quintali con i denti a sciabola. All’andata e al ritorno.