Non si dimette nessuno?

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Non perdetevi l’ultimo numero di Diario, il miglior settimanale italiano insieme a Internazionale.
Il numero 1/2 del nuovo anno si apre con un articolo del direttore Deaglio, uno che mi fa piacere ricordarmi che era il mio direttore quando disegnavo fumetti su Lotta Continua, quotidiano comunista.
Deaglio e i suoi bois dimostrano ancora una volta di avere fegato da vendere e con una serie di articoli tostissimi e documentatissimi scoperchia il verminaio delle “furbate Ds” costate a oggi un milione di voti persi nei sondaggi elettorali.
Il succo è molto semplice, dice Deaglio:”In mezzo mondo sta succedendo che il denaro faccia aggio sulla politica….In Italia abbiamo finora addebitato questa tendenza a Silvio Berlusconi….Ed è quindi con grande tristezza e costernazione che abbiamo osservato come la dirigenza Ds abbia pensato di essere la brutta copia di un cattivo esempio…
Ci piacerebbe però anche che Fassino e D’Alema ragionassero su quello che a loro sembrava un grande esempio di “riformismo”, ovvero la conquista di una grande banca da parte del movimento cooperativo… Il movimento cooperativo non soffre di mancanza di credito; il principale asset di Bnl non è la sua rete di sportelli, ma il suo archivio, che contiene una grande parte di storia dei finanziamenti della politica italiana.”
Un’affermazione molto pesante…
Ma che le cose non vadano bene e che Massimo e Piero non abbiano fatto il loro dovere vien chiaro da un fatto semplice (come dice l’inossidabile Pansa dull’Espresso): nelle telefonate Consorte dice a Fassino che ha il 50% di Bnl in un momento in cui Banca d’Italia aveva autorizzato Unipol a comprare solo il 19% della banca.
Quindi o Fassino copriva un illecito o è un disinformato.
E se sei disinformato non fai il segretario dei Ds.
Ma che la scalata fosse sporca si doveva sapere visto che alcuni, e tra questi Diario, avevano da mesi denunciato trameggi ambigui tra gli alleati di Consorte.
Ma la storia è vecchia. La linea aggressiva finanziariamente (ambigua e spericolata) i Ds l’avevano abbracciata già ai tempi della privatizzazione di Telecom. Qualcuno ricorderà che ai tempi sostenemmo Di Pietro (e ricevemmo cassettate di ortaggi marci in faccia) quando denunciava che una compagnia telefonica avrebbe dovuto usare gli utili per migliorare i servizi e non per comprarsi Telemontecarlo (oggi La7). Invece le logiche di potere seguite dal governo delle sinistre facevano tenere i prezzi della telefonia e di internet due o tre volte più alti che nel resto dell’Occidente Cristiano. L’antitrust non interveniva con sufficiente veemenza (anche se qualche miliardino di multa l’hanno dovuto pagare) e cogli utili spaventosi della telefonia ci si dava all’alta finanza.
Tra l’altro decisero di far bella figura e comprarsi da Milosevich il nazista la compagnia telefonica serba. Ora le indagini hanno appurato che le tangenti non ci furono. Ma resta il fatto che io credo nella potenza dei soldi e credo che se voglio ostacolare i criminali di guerra la prima mossa da fare è non concludere affari con loro.
Ed è proprio questo il cuore del nostro dissenso. Non c’è nell’azione politica della sinistra (non è un problema dei soli Ds) l’idea cardine del movimento cooperativo italiano: costruiamo un’economia alternativa: facciamo affari con gli onesti.
La gente cent’anni fa creava cooperative per sfuggire alle grinfie speculative dei padroni che erano anche proprietari dei negozi e i soli a possedere macchinari agricoli, assicurazioni e banche. Dicevano i nostri nonni: siamo la maggioranza, siamo il popolo, che bisogno abbiamo dei padroni: organizziamoci e facciamo affari per conto nostro. Possiamo produrre il pane per gli operai, le case, avere banche inidendenti che non ci freghino. Questa è l’idea della cooperazione. E adesso scopriamo che un pugno di pezzi di merda si faceva gli affari suoi e fotteva i soldi delle cooperative (Consorte si è ciucciato 48 milioni di euri per l’esattezza, in un solo colpo).
E dobbiamo ascoltare D’Alema dichiarare sull’Unità che i Ds “Non sono colpevoli di nulla. Non avevamo il compito di vigilare sulle amicizie di Consorte.”
ORRORE!
E dopo una simile dichiarazione la base Ds non è insorta? Il Presidente del Partito NON HA IL COMPITO DI VIGILARE SULLE AMICIZIE DI CONSORTE????????????
Cioè: più che patetico. Sostanzialmente D’Alema dichiara di voler continuare a fare il presidente del primo partito italiano pur essendo uno sprovveduto.
Bene. Penso che mi masturberò per la contentezza contemplando le gioiose prospettive della Patria.
E danzerò felice come un gabbiano ubriaco nel tramonto contemplando pure che (come riassume magistralmente ancora Diario) comunque la sinistra è più onesta della destra.
Il punteggio 2005 è il seguente Indagati 37 a destra, 7 a sinistra. Condannati 8 a zero. Rinvii a giudizio 16 a 2. Assolti 6 a 2.
In un paese dove il Presidente del Consiglio si è dovuto fare una legge per ogni reato penale del quale era accusato forse D’Alema è uno stinco di santo e un genio di lungimiranza. Ma scusate compagni, uno che sia furbo, onesto e anche di sinistra non ce l’avete proprio?