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Appello alle donne: siamo maschi, lasciateci combattere!

La grande differenza tra maschi e femmine è dovuta al diverso ruolo naturale.
La continuazione della specie umana a livello animale necessita di due funzioni complementari. Una donna può anche essere uno straordinario scienziato o capo di Stato, ma il suo modo di agire sarà potente proprio perché essa valorizza la sua qualità ancestrale di essere femmina. Per questo vorremmo che al Parlamento le donne fossero il 50%. Tutto funzionerebbe meglio. La mente delle donne è strutturalmente forgiata sul fatto che esse fanno i figli e li accudiscono, uno sforzo assoluto. Essere madre richiede un’attenzione costante. Le donne non mollano mai l’attenzione. Quando una donna è in stato di completo relax spegne il 30% del cervello. Il maschio si è evoluto per dover affrontare grandi sforzi di breve durata: affrontare una tigre, trovare cibo, fare sesso. Poi entriamo in catalessi per rinnovare la riserva di energie necessaria per la successiva emergenza. Quando noi entriamo in stato di relax spegniamo il 90% del cervello. Siamo praticamente morti… Poi tua moglie s’incazza perché ti chiede: “A cosa stai pensando, caro?”
E tu rispondi: “A niente!”
“Ma non è possibile che non pensi a niente…”
“Non penso a niente… Giuro!”
“Ma dai, non si può non pensare a niente… Allora non mi vuoi dire a cosa pensi?...”
E via che parte la rissa sull’amante segreta…
Per tenere d’occhio i bambini che fan bordello la donna ha sviluppato un campo visivo che copre 160 gradi. Le donne vedono anche di lato. I maschi no, noi abbiamo due binocoli, le nostre pupille hanno un diametro maggiore del 10% rispetto a quelle delle donne, perché dobbiamo essere capaci di individuare il manto di una tigre nascosta nella vegetazione a 100 metri di distanza. Per questo poi quando una donna ci passa vicino dobbiamo girare la testa. Le donne guardano i maschi di passaggio quanto noi ma non hanno bisogno di darlo a vedere voltandosi, perché hanno la vista laterale…

Ma queste differenze sono facili da capire…
Io penso di avere un rapporto meraviglioso con una donna con un’intelligenza e una sensibilità straordinarie.
Ma nonostante una vita insieme e le lunghe conversazioni (a volte qualche cosa di più concitato di una conversazione…) non credo di essere ancora riuscito a farle capire il mio lato selvaggiamente maschio.
So che alle parole lato selvaggiamente maschio molte gentili lettrici sono scoppiate a ridere.
Ma credo che se capiste questo nostro aspetto i vostri rapporti con i maschi farebbero un balzo qualitativo.
Un problema di fondo dell’essere maschio oggi è proprio questo.
E la questione diventa spinosa tanto più tu sei un maschio moderno, rispetti la donna, hai ascoltato attentamente la lezione sacrosanta delle femministe, hai studiato a lungo la geografia della clitoride (e usi il femminile, non il clitoride che è fallocratico).
Perché insieme al rispetto della donna è passata anche una fottutissima femminilizzazione del maschio.

E qui è fondamentale che noi maschi ci si riappropri della nostra Natura Mascolina Selvaggia.
Cerco di spiegarmi e prego di avere un briciolo di benevolenza perché sto veramente facendo uno sforzo sovrumano per essere chiaro e parlare di un argomento che è una specie di tabù, di non detto.

Parto da una piccola osservazione.
In questo momento io e la donna che amo di più al mondo siamo in baruffa (eravamo… Successivamente abbiamo fatto pace). E so benissimo che lei vorrebbe che io andassi da lei, mi inginocchiassi a i suoi piedi e la abbracciassi le gambe. Avremmo fatto subito pace e saremmo felici.
Ma per tutta una serie di ragioni che andrò a spiegare non posso farlo. So che a lei sembrerà assurdo quel che faccio, me ne sto qui a scrivere appassionato ed emozionato perché (lo confesso) con questo articolo cerco soprattutto di portarla a letto.
Sento molte dolci fanciulle che in coro stan pensando: “Ma scemo! Se sai come sciogliere la rissa perché non lo fai è basta? È quello che lei vuole… cosa ti costa?”
Ecco il centro della questione, ci siamo arrivati: non posso farlo perché sono maschio in maniera pazzesca!
Ed è una cosa che non c'entra niente né con la virilità fallocrate, né con la difficoltà a inginocchiarsi. Io mi inginocchio mille volte di fronte alla mia sposa. Ma in questo caso c’è un’impossibilità, perché c’è una cosa non chiara e il mio istinto mi dice che devo combattere.
“Sempre con queste guerre, ma siete fissati!” Dirà qualcuna.
No, non è una questione di guerre ma di emergenze. Noi ragioniamo per emergenze, perché la nostra funzione genetica è occuparci delle emergenze.
Lo screzio con mia moglie è iniziato perché lavoro troppo. E ha ragione.
Ma non vede perché lavoro troppo.

Io sono maschio, devo occuparmi del pericolo.
E in questo ultimo anno ho fiutato il pericolo.
Penso che il peggio della crisi economica sia passato, anche se i media continuano con il terrore. Ma c’è stato un momento in cui abbiamo realmente rasentato la bancarotta nazionale.
Io ho vissuto come una minaccia reale quel che è successo.
E sono stato preso dallo sconforto quando ho visto che troppo pochi stavano facendo muro con azioni concrete di solidarietà contro la macelleria sociale.
E quando ho visto che tutto quel che scrivevo restava una posizione minoritaria nel movimento progressista ha deciso di raddoppiare i miei sforzi, scrivere più articoli, incontrare più persone, creare gruppi via web.
Eleonora ha ragione a dire che non posso continuare con questi ritmi a lungo. Lo so anch’io.
Ma io non posso diminuire gli sforzi in questo momento, con migliaia di famiglie che stanno scivolando verso il lastrico.
Cosa posso fare? Pochissimo, perché ci si ostina a credere a modelli di priorità obsoleti. Invece di organizzare convenzioni collettive per far tagliare i costi alle famiglie si pensa ai risultati elettorali…
Ma io devo continuare a battere. Mi alzo ogni mattina e mi chiedo: “Cosa posso fare oggi?”
Ed è proprio dura perché i successi sono pochi.
E il mio amore si spazientisce.
È gentile da parte sua preoccuparsi per la mia salute…
Ma io non posso smettere.
Sarebbe una rinuncia a una parte sacra della mia identità.
Non puoi chiedermelo.

E qualcuna dirà: “Il solito maschio che pretende di farmi subire le sue scelte!”
Ma mica l’ho scelto io che entrano nella sanità pubblica con l’ascia e fanno un massacro e tolgono l’assistenza ai disabili!
Se non combatto ora, quando lo faccio?
Mi dispiace ma io non arretro di un passo!
E se quel che riesco a concludere oggi non è abbastanza, faccio un sogno più grande.
E porco cane, se Dio vuole, da un paio di mesi qualche cosa s’è sbloccato, certe idee, e dai e dai, iniziano a circolare, e le realizzazioni anche. E son nove settimane che riesco a parlare in televisione di gruppi d’acquisto e risparmio energetico… Chi l’avrebbe detto che alla fine ci riuscivo… E un anno fa nessuno avrebbe scommesso un euro sul fatto che ce la facevamo ad arrivare al tetto della Casa Solare dell’Ecovilaggio. Ed è la terza casa quasi finita! Allora… Non è che sono andato a pattinare sui ghiaccioli alla fragola...
Per arrivarci disgraziatamente non ho dovuto sfondare il muso a una tigre con i denti a sciabola che fai tanto sangue in giro e si vede che sei un eroe. Mi sono dovuto ingurgitare chilotoni di merda, di conteggi, che cazzo... non so fare le addizioni neanche con la macchinetta. Ho dovuto capirmi con 100 esseri umani con 100 teste diverse, ho dovuto presentare 750 domande per autorizzazioni, certificazioni, autentificazioni geologiche, ambientali, boschive, cartografiche, catastali, comunali, provinciali regionali, nazionali, animali, europee, di Kyoto, cazzo, che è in Giappone!
E la metà del lavoro l’ho fatta per telefono nella mia cameretta, che uno pare uno sfigato, no Gengis Khan che con 30 eroi assalta la cittadella di Pechino.
Ho fatto questo discorso a Gabriella e lei mi detto: “Ma cosa vuoi? Che il tuo amore ti aspetti a casa in kimono, sventolando fiori, bella pronta all’amplesso premio?”
La mia risposta è sì.
Lo so che perdo mille punti ma è sì.
Che so che è improbabile ma vorrei che venisse riconosciuto che ho combattuto con onore e magari ho anche vinto.
E lei: “Ma perché dovrei essere entusiasta se sei arrivato al tetto? Che c’entro io?”
Ecco questo è un altro aspetto di cui non si parla mai.
Quello che il maschio fa, qualunque cosa sia, lo fa come dono alla sua donna. Se mi impegno per migliorare l’efficienza energetica non lo faccio solo per il progresso del mondo o per me…
Lo so che sembra assurdo per una mente femminile, ma mentre mi scontro con i mulini burocratici, finanziari, legali, ingegneristici, io dentro di me alla fin fine penso alle mie figlie e alla donna che amo. Alla mia famiglia. Il mondo migliore è una cosa bellissima, una cosa che torni a casa e dici: “Vedi, oggi ho spostato un sassolino, siamo milioni a farlo e piano piano creeremo un lago che darà acqua ai nostri orti e tu mangerai mele buonissime.”
Vorresti dirlo ma non lo dici. Perché se le racconti veramente quel che hai fatto lei si sente male, perché le storie son sempre quelle da mesi.
Appunto, ma sai che palle sfondare un muro a craniate che ti sembra di non arrivare mai alla fine. A volte preferirei anch’io una bella battaglia campale che entro sera o hai vinto o sei morto e via!
Invece qua il guerriero fa a chi resiste di più, insiste, persiste, crea alleanze, fa rete, capisce qual è la strada, il sentiero, la parete verticale che comunque puoi scalare.
Che alla fine diventa perfino appassionante. Perché se c’è la sfida a noi maschi alla fine ci piace anche. Che ogni tanto ti viene da ruggire, ma se sei col direttore della banca conviene che ti controlli.
Lo so che non è facile per una donna vederla da questo punto di vista. Eleonora è altrettanto impegnata quanto me nel migliorare il mondo ma lo fa in modo differente (è donna!).
Ma il maschio funziona così. E per lottare abbiamo un bisogno infantile della vostra approvazione. La molla emotiva è la vostra approvazione. Non ha senso infrangersi contro i bastioni del destino se non c’è una donna alla quale raccontarlo. E vergognosamente speriamo che lei ci dica: “Bravo! Non ti sei arreso, sei caduto ma ti sei rialzato! Sei un vero uomo.”
E vaffambagno, ci vuole tanto?

Poi è vero che siamo carenti dal punto di vista relazionale e ogni tanto ci spegniamo inattivi come un ferro da stiro fulminato.
Però è anche vero che io sono disposto a morire per te. Ora, subito. E mi va benissimo che tu non muoia per me, perché devi salvare i bambini. Non preoccuparti, muoio contento se tu continui a vivere.
Varrà due punti sulla bilancia della vita questo?
Questo è un uomo. Abbiamo un sacco di difetti e se facciamo i manager abbiamo bisogno di una segretaria femmina perché sennò siamo perduti perché non sappiamo fare l’aritmetica seguendo un filo logico.
E lei ti dice: “Ma io vorrei altro da te. Vorrei più ascolto, carezze, piccoli gesti d’amore, abbracci.”
Ok, hai ragione. E devi ammettere che mi sono anche impegnato, ho imparato a fare massaggi ai piedi con oli profumati, e aspetto sempre dieci minuti prima di passare alle aree proibite.
Ma io di fare certe cose, perdonami, non sono capace, il momento dell’approccio mi viene spesso male e tu mi dici che sono un animale.
Va beh, ma io sono nella truppa d’assalto all’arma bianca, sono stato concepito come un carro armato da sbarco…
Con la dolcezza ci sai fare più tu… Già era così difficile per me, provarci le prime volte… Avevo un’ansia… Io non sono bravo a prendere l’iniziativa… Mi trovo meglio a giocare di rimpallo, che tu mi suggerisci, mi incoraggi… Sì è vero, siamo imbranati…
Questa cosa dei tempi femminili ce l’avete spiegata e siamo completamente d’accordo, ma non l’abbiamo capita…

Insomma donne, siamo diversamente umani. Noi poco umani. Voi vi siete evolute più velocemente.
E comunque guardate che avere un maschio in casa è comodo. Sporca meno di un dobermann e ti protegge meglio. E all’occorrenza lo puoi usare per molti altri scopi, produttivi e ricreativi.
Non vi piace? Amate una donna.
Ma se vuoi un pezzo di manzo selvaggio per le tue notti d’inverno, poi non puoi desiderare che sia anche una duchessina casalinga.
E con questa frase (un pezzo di manzo selvaggio per le tue notti d’inverno) ci siamo giocati la comprensione di migliaia di femmine… Ma si doveva fare e l’ho fatto. Il mio impegno in questo articolo era dire la verità e l’ho detta.
E non credo di essere l’unico uomo che la pensa così.

PS
E ringrazia che c’è il telelavoro, che nei secoli bui agli uomini toccava partire per anni se volevano compiere grandi imprese. E le donne a casa a tessere.
Io lavoro a casa, sono presente 24 ore su 24. E vivo per te.
E compio grandi imprese sperando in un tuo sorriso.
E a volte ho tutte le ossa rotte e le clavicole sincopate e mi servirebbe proprio una qualche medicazione…