I Romanzi e le storie di Jacopo Fo

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La ragazza con i riccioli rossi...

... fece scivolare il labbro inferiore sotto gli incisivi. Il suo viso esprimeva una tensione assorta. I numeri che scorrevano sul computer dicevano una cosa soltanto: la situazione stava per assumere una conformazione geometrica disastrosa.
Socchiuse gli occhi, passo' la lingua sul labbro inferiore. Un movimento che Paolo Carmassi ebbe a descrivere poi in una poesia che diceva: "Quando con la lingua passi sulle labbra, il tempo si ferma chiedendosi cosa succedera'...".
La ragazza, Anna Vitali, prese il microfono del pc e chiamo' un numero di Skype.
Franco Matarazzi si chiese se era abbastanza pettinato mentre rispondeva. Si guardo' nell'icona della videochiamata e capi' di essere quasi impresentabile, si ravvio' i capelli rassegnato. Non sarebbe mai riuscito a sedurre quella ragazza.
Anna invece era impeccabile mentre gli diceva: "Ho implementato tutti i dati, gli scambi commerciali, le percentuali di consenso col governo, i numeri dei votanti al parlamento e quelli degli incidenti stradali. Ho battuto cifre per tutta la notte. Non ne viene fuori niente di buono."
"Cosa c'e' che non va?"
"Le percentuali di frequenza dei numeri... Conosci l'algoritmo di Roches..."
Franco Matarazzi non ne sapeva niente ma si sarebbe fatto uccidere piuttosto che ammetterlo: "A quale parte ti riferisci?"
"Alla parte che ci dice quante volte un numero appare in qualunque sequenza di dati. E' un sistema che permette al fisco americano di scoprire se qualcuno tarocca i conti. Esiste una specie di legge di natura che ci dice che in qualunque bilancio, in qualunque statistica, in qualunque conteggio alcuni numeri sono piu' frequenti a prescindere da quel che si sta misurando. Succede lo stesso con le lettere dell'alfabeto: in ogni lingua la "A" appare con una certa frequenza a prescindere dall'argomento della conversazione. Se il testo e' sufficientemente lungo la frequenza di ogni lettera e' un dato certo."
"Ti ringrazio per la lezione ma continuo a non capire cosa ti preoccupa." Disse Franco sperando di aver assunto un'aria ironica di sufficienza in modo abbastanza convincente. Lei ando' avanti. Per fermarla tutti i carri armati del Terzo Reich non sarebbero stati sufficienti.
"Tutti i numeri che riguardano l'Italia sono fuori dalle leggi delle frequenze finora riscontrate in tutto il mondo. E' come se ci fossimo messi a parlare un'altra lingua. E questo e' certamente il segno di un disastro imminente."
Franco ci penso' un po' su.
Poi prese la decisione. Non era per niente convinto ma non se la sentiva di contraddire quella ragazza. Non era psicologicamente in grado di mettersi contro una donna cosi' morbida. Era contro la sua religione.

Visto che non riusciva a mettersi in contatto in nessun modo con il Centro Studi Globali decise di prendere la macchina e andarci di persona. Erano solo due ore di viaggio. Andarci di persona faceva parte della sua danza di disperato corteggiamento verso quella ninfa del web.
Quando arrivo' in cima alla stradina sterrata e posteggio' l'auto sotto un pergolato di pannelli fotovoltaici, si rese conto che c'era molta agitazione. Squadre di ragazzi abbronzati scaricavano assi da un paio di camion mentre altri le inchiodavano a travi piantate nel terreno. Stavano costruendo baracche di legno e un paio erano gia' ultimate.
Entro' nella grande casa colonica e si trovo' a passare per un corridoio quasi interamente occupato da zaini, casse e valige. Dopo un quarto d'ora trovo' Mauro Pagani intento a dirigere una colata di cemento per la costruzione di una nuova cisterna.
Si abbracciarono e Franco lo informo' subito del motivo della sua visita.
Mauro Pagani ascoltava assentendo.
"Si', anche noi abbiamo raccolto molti segnali negativi. Insetti predatori in grande quantita', ad esempio. E alcuni fiori con un numero irregolare di petali. Per non parlare della forma delle nuvole. Abbiamo fotografato due conformazioni cubiche una vicina all'altra. Capisci, nuvole a cubo non esistono. Due insieme poi e' impossibile. Ma ti giuro che le ho viste! Per questo abbiamo deciso di convocare un'adunata generale di tutti i ricercatori del Centro e isolarci per tre mesi dalla rete staccando tutte le linee telefoniche. Stiamo costruendo nuove baracche per ospitare tutti.
Ci siamo isolati dal mondo perche' Il Consiglio ha deciso una procedura simile a quella dei sommergibili quando sono sotto attacco. Silenzio radio, motori spenti e nessuno faccia un fiato. E' una specie di mantra preventivo. Ci infiliamo una Camicia di Luce per non farci vedere e poter preparare in pace una contromossa."
"Ma perche' non avete lanciato un allarme generale?"
"Non fa parte della nostra politica fare tanto rumore. E' una delle regole che ci permette di sopravvivere come istituzione ribelle. Non alziamo mai la voce per primi. Dovevamo aspettare che altri percepissero il pericolo. E' una questione formale ma importante. E' come quando la polizia, di fronte a certi reati, e' obbligata ad aspettare la denuncia della vittima per intervenire."
Franco non aveva mai capito tutti i formalismi del Centro e tutte le precauzioni del Consiglio. Ma non era il momento di mettersi a discutere di quello.
"E adesso?"
"Adesso qualcun altro ha lanciato l'allarme e noi non possiamo far altro che sostenerlo. Convocheremo un'assemblea."

Quando Roano Pancrazi fu convocato all'assemblea, stava assaggiando il vino nuovo e osservava la stranezza del retrogusto di alloro che la bevanda lasciava in bocca. In 20 anni che vinificava quelle uve, non avevano mai sentito un aroma simile. Da dove era uscito?
La convocazione per un'assemblea gli confermo' che stava succedendo qualche cosa di straordinario. Tutti odiavano le assemblee perche' era opinione diffusa che fossero il peggior modo per condurre una discussione. Nelle assemblee emergono i peggiori protagonismi e la capacita' di suggestione ha sempre la meglio sul ragionamento. Erano anni che non si riunivano in assemblea. Tutte le decisioni venivano prese attraverso discussioni a due e dibattiti incrociati che avevano lo scopo di raggiungere l'unanimita'. Un sistema lento ma estremamente efficiente.
Se si era deciso di indire un'assemblea doveva esserci un motivo molto grave e urgente.

Il primo novembre alle dieci di sera inizio' l'incontro. Per l'occasione il Centro si era nuovamente connesso alla rete e un centinaio di delegati erano collegati in teleconferenza mentre un'altra cinquantina sedeva nella palestra, sul pavimento di assi di legno levigate dall'uso.
Dopo una sintetica relazione introduttiva, incentrata sugli elementi diversi che avevano portato molti a percepire una perturbazione negli eventi, si iniziarono a vagliare tutte le ipotesi su cosa si potesse fare per scongiurare l'aggravarsi della situazione.
Poi andarono a dormire, perche' la notte porta consiglio. Il mattino dopo, alle 9, l'assemblea si riuni' di nuovo e si presero le decisioni.
Nannina Santuzzi, che a parere di molti possedeva il sedere piu' alto del bacino Mediterraneo, disse: "Dobbiamo lanciare una mobilitazione senza precedenti. Dobbiamo impegnarci in un'iniziativa talmente potente da costituire una valvola di scarico di tutti gli elementi negativi che si stanno addensando sulle nostre teste. In gioco c'e' il destino di tutto un popolo che rischia di pagare carissima una situazione di degrado morale dei vertici della politica e dello Stato che non ha pari in nessun paese del mondo industrializzato."

Le sue parole colsero le intenzioni di tutti i presenti.
E si fisso' la data dell'azione di li' a 6 giorni. Non c'era tempo da perdere.

L'8 novembre, in tutt'Italia migliaia di militanti si svegliarono all'alba preparando thermos di te' e caffe', panini imburrati e scatole frigorifere piene di dolci.
Si prevedeva una giornata freddissima alla faccia del surriscaldamento del clima e nessuno voleva rischiare qualche ricovero per broncopolmonite. Gli avvisi ai naviganti, meticolosi come al solito, consigliavano magliette di lana e calzamaglie, oltre a piumoni e giacche siberiane.
Fervevano i preparativi nelle case dei figli dei fiori, dei Gay Insurrezionali, dei Disabili Uniti, dei Blogger per un Futuro Migliore e di quelli di Pace Subito, dei militanti dei Gruppi di Acquisto Solidale, dei Bilanci di Giustizia, della Rete di Lilliput, dei Meet Up e dei circoli di sostegno ai frati Comboniani, nelle sedi dei gruppi ecologisti, delle cooperative sociali, dei Gruppi Teatrali Ribelli, dei Dadaisti Situazionisti, dei Liberalizzatori Psichedelici, dei Circoli Arci Vegetariani e di tutti i gruppi variopinti che aderivano alla Rete delle Reti per la Pace e il Progresso.
Alle 10,30, contemporaneamente in 1.498 citta' e paesi, piccoli gruppi di rivoltosi dell'anima scesero sul piede di guerra.
Avevano appesi al collo cartelli che dicevano: "Abbracciami, stiamo precipitando!" e sorridevano, cantavano, battevano sui loro tamburi provenienti da tutte le regioni del mondo e suonavano ottoni, pifferi e corni di ogni tipo.
Bruciavano incensi, distribuivano massaggi e pediluvi, dicevano alle persone che erano proprio belle e chiedevano passanti di disegnare volatili sopra grandi pannelli di compensato.
E ballavano.

I giornali non poterono passare sotto silenzio lo strano evento.
La portavoce del movimento, Anita Stadera, la donna che, a giudizio di tutti, aveva gli occhi piu' penetranti dell'emisfero settentrionale, dichiaro' davanti ai giornalisti convocati in un ristorante biologico di Roma: "A volte gli strumenti della politica classica non possono agire. La Psico-Sociologia ci insegna che la salute fisica e psicologica dei membri di una comunita' dipende da fattori che la sociologia tradizionale non ha mai considerato. Ad esempio nei quartieri delle periferie si e' osservata con regolarita' la caduta di tutti gli indicatori di benessere sociale quando il numero dei professionisti che abitano in quel quartiere scende al di sotto del 5% del totale dei residenti. E per professionisti si intende l'avvocato ma anche l'idraulico, il sarto, il bottegaio. La presenza di queste persone, il loro atteggiamento, il loro stile di vita e il modo di relazionarsi hanno un'influenza positiva su tutta la comunita' offrendo un modello positivo attraverso il loro modo quotidiano di essere. La presenza di un numero sufficiente di persone che si guadagna da vivere attraverso la propria capacita' professionale costituisce di per se' un argine alla disperazione e alla violenza e uno sprono positivo per tutti. Ugualmente possiamo osservare che le persone che non vivono esperienze di condivisione e di cooperazione si ammalano psicologicamente perdendo la fiducia nei loro simili e poi si ammalano nel corpo perche' la mancanza di fiducia nel genere umano e' un agente patogeno piu' potente di qualunque virus.
L'Italia e' gravemente ammalata. La causa non risiede solo nelle aberrazioni della cultura, della politica e dell'economia ma in qualche cosa di piu' profondo. Gli italiani sono tristi, delusi, ammalati di solitudine e cattivi pensieri. Solo se sapremo usare la leva dell'arte e il vento del gioco per disperdere questa nube di tristezza potremo sperare di fermare l'ondata di negativita'. Non sara' semplice riuscirci. Servira' un'azione costante che sappia rinnovarsi e sorprendere ogni volta. Ma se resteremo chiusi nei brontolatoi dello scontro politico non arriveremo a niente perche' il male corrode molto piu' in profondita' il nostro spirito. Per questo invitiamo tutti gli italiani a sorridere di piu'. Abbracciarsi di piu', giocare, ballare, inventare arte. E fare anche molto piu' sesso. Quello che dobbiamo inscenare e' il piu' grande rito propiziatorio che sia mai stato organizzato. Abbiamo solo questa possibilita' per sviare la Grande Sfiga Statistica che rischia di travolgerci.
Solo una risata ci salvera'."