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Superman si è schiantato

Carissimi,
questa settimana continuano le lezioni di Jacopo Fo con un brano del suo ultimo libro: Superman si è schiantato che potete ricevere per Natale senza spese di spedizione

Se gli americani avessero conosciuto la storia non avrebbero mai invaso il Vietnam
Un giorno di molti secoli fa i vietnamiti decisero che i conquistatori cinesi erano diventati intollerabili e si misero in testa di distruggere la flotta imperiale forte di centinaia di navi. Un progetto folle, le navi cinesi erano enormi, munite di ogni sorta di armamento, dai razzi ai lanciafiamme, a gas tossici, catapulte e balestre a ripetizione.
Così i vietnamiti costruirono una trappola alla foce del fiume Bach Dang nel Nord del Paese. Misurarono con precisione la profondità dell’acqua con l’alta e la bassa marea e nel marzo del 938 iniziarono a piantare migliaia di pali di bambù , muniti di punte di ferro, sul fondo del mare. Un lavoro colossale.
Poi, con le loro misere giunche, provocarono la flotta cinese facendosi inseguire fino alla foce del fiume. Calcolarono i tempi con estrema esattezza.
Le navi cinesi dovevano arrivare nel tratto di mare dove i pali piantati le attendevano all’inizio della bassa marea. I vietnamiti riuscirono a muoversi in perfetto orario e quando il livello del mare si abbassò le navi cinesi rimasero bloccate. A quel punto i vietnamiti sfruttarono la corrente per mandare contro i cinesi zattere coperte di fascine di rami incendiate.
Quindi attaccarono con le loro piccole imbarcazioni con poco pescaggio, distruggendo la flotta degli invasori.
Incredibilmente i vietnamiti usarono lo stesso stratagemma nel 1288, contro la flotta cinese cappeggiata dai generali mongoli. Evidentemente i mongoli non avevano studiato la storia dell’Impero Cinese. I vietnamiti scommisero sulla loro ignoranza e prepararono per la seconda volta la trappola con i pali piantati sul fondo del mare. E per la seconda volta distrussero la flotta degli invasori.
Anche gli americani avrebbero dovuto studiare la storia del Vietnam.

In certi momenti ti viene da credere che la magia esiste
Me lo sono sempre chiesto: come mai nessuno ha sparato al primo matto che si è arrampicato sul Muro di Berlino?
Un alto papavero del regime della Germania Est aveva risposto in modo confuso alla domanda di un giornalista televisivo e dalle sue parole era sembrato che i cittadini potessero andare a Berlino Ovest. Così migliaia di persone si erano recate ai varchi di frontiera del Muro per vedere se era vero che si poteva passare liberamente. La frontiera era chiusa.
Però in città continuava a girare la voce che in realtà era aperta ed arrivava altra gente.
A un certo punto lungo il Muro si era radunata una folla imponente: erano decine di migliaia.
Un ragazzo si arrampica sul Muro. La polizia di frontiera non reagisce. Com’è che non gli hanno sparato?
I soldati erano lì armati, con i mitragliatori spianati. Per quarant’anni tutti quelli che si erano anche solo avvicinati al Muro li avevano crivellati di proiettili senza problemi. Ma quella sera c’era tanta folla, e voci sulle dichiarazioni del ministro...
E quel pazzo si è arrampicato e si è messo a gridare. E il soldato più vicino non gli ha sparato, e l’altro soldato ha detto tra sé : «Se non gli spara lui non gli sparo nemmeno io.» E l’ufficiale che doveva tirare in testa al soldato insubordinato ha pensato: «Io non gli sparo.»
E allora tutti i duemila soldati appostati sulle torrette hanno pensato «Io non sparo». E il colonnello è uscito dalla guardiola, ha visto dieci ragazzi sul Muro e ha pensato: «Faccio finta di niente ». E quando sono arrivati con i picconi e hanno iniziato a tirare giù il Muro del dolore quelli dell’aviazione hanno detto: «Dobbiamo andare a bombardare la folla e le caserme dei soldati che non hanno sparato sulla folla». Ma nessun aereo si è alzato in volo.
E della gente a Praga, a Bucarest, a Leningrado ha detto: «E` crollato il Muro di Berlino: l’hanno abbattuto a mani nude e nessuno ha avuto il coraggio di sparargli addosso! Andiamo a tirar giù le statue di Stalin e di Lenin e facciamola finita con questa dittatura di merda!».
E il giorno dopo l’impero sovietico non c’era più : milioni di soldati armati di bombe atomiche sono stati sconfitti da un ragazzo che è salito su un muro. E magari quello lì era pure un pirla ciclopico che non aveva neanche capito cosa stava facendo per via che era ubriaco fradicio di birra di pessima qualità. Ma non importa.
La magia non va tanto per il sottile. La situazione era matura e allora è stato sufficiente un gesto perfetto per rovesciare il mondo e buttare via mille miliardi di tonnellate di immondizia morale in un solo secondo.
Dio è così. Esagerato. E a volte i miracoli succedono veramente.

Gli egoisti muoiono come mosche
Se la cultura dominante che deifica la ricchezza e il potere avesse senso, i più ricchi e potenti dovrebbero vivere più a lungo. Ma non è così.
Certo è assodato che i ricchi vivono più dei poveri. Se abiti in uno sperduto villaggio africano
dello Swaziland puoi aspettarti di vivere mediamente 32 anni, se stai in Italia 81 anni. Una spaventosa differenza! Ma al di sopra della soglia del benessere la differenza tra una persona economicamente florida e un multimiliardario è minima. Ce lo dicono i dati dell’Oms, che attestano che scienziati e artisti hanno un’aspettativa di vita addirittura maggiore dei super ricchi. Perché non smettono di avere una vita sociale e un’attività creativa appassionante anche in tarda età e mediamente sono più socievoli dei miliardari. Questo dimostra, una volta di più , il potere delle relazioni umane e della passione.
Noi siamo esseri sociali.
Numerose ricerche hanno dimostrato che essere socievoli allunga la vita. Alcuni ricercatori
dell’Università di Sendai (Giappone) hanno analizzato l’atteggiamento verso la vita di migliaia di settantenni dividendoli in due gruppi a seconda del loro livello di ottimismo-socievolezza.
Dopo dieci anni sono tornati a vedere chi era ancora vivo. Tra i pessimisti incazzosi solitari c’era stato uno sterminio.
Ovviamente ci sono le eccezioni. Andreotti, ad esempio. Ma si può dire che Andreotti prima di morire fosse ancora vivo? Al massimo era diversamente morto.
Decine di ricerche attestano che fa bene alla salute ridere, sorridere, suonare uno strumento, amare un cucciolo.

Ha effetti eccezionali, poi, dare un bacio d’amore: il sistema immunitario si galvanizza!
Ed è miracoloso per la salute fare un regalo: il beneficio è anche per chi lo riceve, ma regalare ha una potenza terapeutica maggiore del ricevere.
Pare proprio che la fisiologia umana premi i generosi, i socievoli e gli allegri, che sono tendenzialmente più sani e più longevi.
E iniziano a circolare anche ricerche sul quadro clinico di criminali e mafiosi, che soffrirebbero di una sorta di Sindrome del Cattivo. Esistono poi molti studi che dimostrano che i primati vivono una vera e propria sofferenza per le ingiustizie.
Sarah Brosnan e Frans de Waal, dello Yerkes National Primate Research Center dell’Emory University, hanno dimostrato che le scimmie cappuccine possiedono un innato senso della giustizia. Se alle scimmie si dà un biscotto per un lavoro svolto, non ci sono problemi e le scimmie collaborano volentieri. Ma se a una scimmia viene dato un chicco d’uva e all’altra il solito biscotto, allora la scimmia che ha ottenuto il premio inferiore si arrabbia e smette di collaborare. Il che significa che non viene solo percepita la mancanza di imparzialità , ma viene messa in atto una vera e propria azione di protesta. E` stato anche osservato che una femmina bonobo rifiuta le migliori leccornie se le vengono offerte alla presenza di altri bonobo ai quali non viene dato cibo. E i Bonobo sono i nostri più vicini parenti, non gli scimpanzé, anche su questo ci hanno mentito!
James Surowiecki, nel libro La saggezza della folla, cita esperimenti, compiuti presso varie popolazioni, che mostrano la predisposizione diffusa a rifiutare un piccolo guadagno quando non si giudica equo il comportamento di chi offre questo guadagno.
Essere egoisti è contronatura, fa male alla salute, danneggia le relazioni sociali e rende la vita un’esperienza stressante e sostanzialmente sgradevole.

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